Sempre più frequentemente riscontriamo che molte persone decidono di investire il proprio denaro nell’ormai “famosissimo” cappotto termico/involucro termico che viene proposto come la soluzione definitiva al problema dell’umidità di risalita. In realtà il problema non si risolve, anzi si aggrava.
Ecco cosa succede se commetti questo errore
In questo articolo vogliamo fare un pò di chiarezza e fornirti tutte le informazioni su come eliminare definitivamente il problema dell’umidità di risalita così da metterti nella condizione di fare la giusta scelta evitando di investire denaro e tempo in maniera inutile.
Negli anni il campo dell’edilizia si è profondamente rinnovato e migliorato, con l’utilizzo di materiali sempre più efficienti e dalle elevate prestazioni. Si sono create delle vere e proprie tendenze di settore, che non tengono conto delle problematiche di applicazione, o meglio, non sono i prodotti che sono sbagliati o di poco valore, cosa che può accadere, ma è la scelta di dove e il perché vengono applicati che può portare ad eseguire interventi inutili con gravi conseguenze spesso irreversibili per i fabbricati.
Un esempio è stato il boom dei serramenti a doppio, triplo vetro, in pvc o in alluminio. Grazie all’incentivo di una buona legge fiscale, che permette la detrazione al 65% delle spese sostenute, molti hanno deciso di installare questi nuovi prodotti in fabbricati che avevano caratteristiche costruttive non compatibili, senza correlare il montaggio degli stessi con un buon impianto di estrazione d’aria automatizzato, causando l’inevitabile proliferazione di muffe e degrado degli ambienti divenuti poco salubri.
Spesso infatti si tende a sottovalutare i problemi legati all’umidità di risalita o ancor peggio a confonderli con problemi di natura termica e questo non può che avere conseguenze disastrose per gli immobili.
In un recente studio condotto in Italia è emerso, che il 42% delle persone che esegue opere sul proprio fabbricato, ha ottenuto soltanto risultati negativi, infatti le opere realizzate non solo non hanno portato migliorie, ma talvolta hanno peggiorato la situazione esistente. Perché accade questo? I motivi possono essere diversi per prima cosa c’è la mancata conoscenza delle reali cause del problema che porta inevitabilmente ad un’errata applicazione dei prodotti, in secondo luogo c’è l’assenza della giusta formazione tecnica per scelta dei prodotti ed infine c’è la bassa qualità del prodotto stesso che non rispecchia le caratteristiche indicate.
Il cappotto termico: funzione e caratteristiche
Il cappotto termico (involucro termico) è un sistema di isolamento che nasce con lo scopo di aumentare l’efficienza termica dei sistemi di riscaldamento e di raffreddamento in funzione di un maggior risparmio energetico. I cappotti termici possono avere diverse strutture ed essere costituiti con vari materiali.
Gli aspetti principali su cui si deve prestare attenzione nella posa del cappotto termico sono la tipologia di edificio su cui sarà montato, se è in fase di progettazione o è un edificio datato o già esistente e dove avverrà l’installazione se internamente o esternamente.
Nelle nuove costruzioni in fase di progetto, il cappotto termico viene calcolato seguendo l’ordine cronologico della costruzione così che l’opera si integri a pieno con l’intero immobile.
Per gli edifici già esistenti o più vecchi, si presentano maggiori difficoltà: come prima cosa l’apporto di una nuova struttura su un qualcosa di già esistente dovrà tener conto dei davanzali, dei balconi, dei serramenti, delle gronde, di eventuali portici ecc…., garantendo sempre anche nei punti di connessione le medesime prestazioni senza rischiare di creare ponti termici. Tuttavia ciò non sempre è attuabile, soprattutto se dovrà garantire la DURABILITÀ’- IL COMPORTAMENTO IGROMETRICO- E LA STATICITÀ’ DELL’OPERA.
Nel caso in cui l’immobile si trovi in un centro storico o all’interno di un condominio è impossibile installare il cappotto termico esternamente e quindi l’unica possibilità che rimane è quella di intervenire internamente. Una scelta certo molto rischiosa, infatti se non si eseguono prima le giuste analisi di calcolo del tipo di materiale e del suo spessore, si possono verificare fenomeni denominati UMIDITÀ’ INTERSTIZIALE e punti di condensa interstiziale.
Perché l’umidità di risalita non si elimina con il cappotto termico
Dopo aver descritto brevemente che cos’è un cappotto termico e quali sono le sue caratteristiche, entriamo ora nello specifico spiegando cosa accade quando, in maniera impropria, si installa un cappotto termico su delle pareti colpite da umidità di risalita.
L’errore più comune, è credere che un immobile in cui la temperatura interna è sempre molto bassa abbia le stesse problematiche di un immobile colpito da umidità di risalita, umidità di pressione, umidità dovuta a continue infiltrazioni (spinte laterali) o di mancata protezione verticale ecc… Ma questo non è affatto vero, infatti se decidessi di installare un cappotto termico in un edificio ammalorato ad esempio da umidità di risalita, si avrebbe con certezza un aggravamento delle murature con un risultato finale disastroso non solo sotto l’aspetto economico (che poco non è), ma soprattutto strutturale con il conseguente ammaloramento delle opera compiuta. Lo stato degli ambienti interni e delle murature peggiorerebbe e i muri si ritroverebbero ad avere una capacità di evaporazione minore, e soprattutto in inverno con l’accensione dei riscaldamenti interni, si avrebbe un maggior rilascio di umidità, con l’inevitabile formazione di muffe, mentre nel periodo estivo soprattutto nelle pareti esterne si accentuerebbe la formazione di salnitro.
Tutto questo andrebbe inevitabilmente a intaccare la struttura del cappotto, rendendolo vulnerabile.
Una situazione che non farà altro che aggravare le problematiche di umidità già esistenti nell’immobile procurandoti frustrazione e senso di impotenza oltre all’inevitabile danno economico per dei soldi spesi inutilmente.