Negli edifici, dove le persone vivono o lavorano, uno dei parametri di riferimento riguardante la corretta fruibilità dei locali è il “benessere termoigrometrico”.
Le condizioni generali di comfort termico sono molteplici ma per quanto concerne il tema termoigrometrico i soli parametri di riferimento sono:
- Temperatura;
- Umidità;
- Movimento dell’aria;
- rinnovo di aria fresca in sostituzione di quella viziata.
Umidità e temperatura due variabili fondamentali per il benessere termoigrometrico
Per il benessere delle persone, negli ambienti confinati la temperatura e l’umidità devono rientrare entro certi limiti.
Le due variabili sono interdipendenti, si può avere comfort termoigrometrico modificando, entro certi limiti, anche solo uno dei due fattori citati.
Ad esempio, se nei mesi estivi la temperatura e l’umidità sono elevate, è possibile riportare una situazione di comfort ambientale semplicemente abbassando l’umidità con un deumidificatore.
Un altro aspetto rilevante riguarda la temperatura delle superfici interne degli edifici: pavimento, pareti e soffitti, che emettono calore radiante. Se la loro temperatura è molto bassa rispetto a quella dell’aria interna, gli occupanti avvertono una sensazione sgradevole di discomfort.
In pratica, una parte del calore che noi emaniamo ci viene restituita dalle emissioni dei muri e da tutte le altre superfici presenti in casa, in conseguenza della loro temperatura superficiale. Se quest’ultima è molto bassa, il calore “di ritorno” emesso, contribuirà a percepire un discomfort.
Come si ottiene il benessere termico abitativo?
Capita spesso che diversi individui possono provare livelli di comfort o di discomfort in modo differente nello stesso ambiente. Sapevate che l’organismo umano necessita di circa 2 settimane di tempo per acclimatarsi, cioè per regolare il suo metabolismo rispetto alla variazione delle condizioni microclimatiche?
Una persona proveniente da un posto freddo può percepire come troppo caldo un ambiente a temperatura normale, così come può provare freddo alla stessa temperatura una persona che proviene da un ambiente caldo.
Il comfort igrometrico è definito dalla Norma UNI-EN-ISO 7730 come: “la condizione mentale in cui si esprime soddisfazione per l’ambiente termico”.
In altri termini si ha comfort ambientale quando le condizioni termoigrometriche del microclima sono tali da avere l’approvazione dalla maggioranza dei soggetti. Quando la maggior parte delle persone non prova né caldo e né freddo, e non si trova a disagio, si può dire di aver raggiunto il benessere igrometrico
La norma ASHRAE 55 prevede che si raggiunga il livello di comfort termoigrometrico quando il valore di PPD è inferiore al 10%. In altre parole, quando meno del 10% dei soggetti presenti in un locale si consideri insoddisfatto e ritiene di trovarsi in una situazione di discomfort termico.
Sostanzialmente le cause prevalenti di discomfort in un ambiente sono riconducibili alle seguenti 4:
- Raffreddamento del corpo causato da correnti convettive d’aria;
- Raffreddamento o riscaldamento di parti del corpo dovuto a irraggiamento termico non uniforme (asimmetria radiante);
- Elevati gradienti verticali della temperatura dell’aria (piedi freddi e testa calda);
- Temperatura non confortevole del pavimento(troppo calda o troppo fredda).
In ultima analisi il benessere ambienti confinati dovrebbe essere uno degli obiettivi fondamentali per chi progetta edifici in maniera tale da realizzare un elemento che si integri perfettamente per il miglior comfort degli occupanti.